In copertina su Nautica di Gennaio 2020
Il Rizzardi IN Six
32° Marine Equipment Trade Show
Abituati a parlare di barche nel loro insieme, dimentichiamo spesso quanto complesso sia tutto il mondo che vive dietro la facciata di un bello yacht. Il METS, salone mondiale dell’accessorio,
ci porta dietro le quinte della nautica per scoprire i mille volti di questo settore.
La velocità di crociera
Tra i diversi dati prestazionali dichiarati dai cantieri, ce n’è uno che, espresso come tale e con estrema precisione, non significa nulla. Questo perché la velocità di crociera da impostare
per un lungo percorso risponde a criteri quasi esclusivamente soggettivi.
Le barche a motore con i foil
Come abbiamo visto nello scorso numero di “Nautica”, i foil, o ali immerse che dir si voglia, stanno cambiando drasticamente l’aspetto delle barche, a partire da quelle a vela ad
alte prestazioni. E sulle normali barche a motore? I foil sono ancora utopia o sono realtà?
L’Ambrogio Beccaria pensiero
Ragazzini? Cominciate con le derive amatoriali e pensate solo a divertirvi. Per fare un’impresa? Serve il leasing. Lo sponsor? Si trova sui social. Dove investire di più? Nelle vele. Cibo liofilizzato? Meglio mangiare. L’Altura italiana? Ci vorrebbe una base a Genova, ma la darsena è andata al riparatore Amico. Ecco come la vede il vincitore della Mini Transat, il primo italiano in assoluto.
Il museo navale di Hampton Roads
È un luogo cult per gli appassionati di storia della marina americana. Un’esperienza indimenticabile, attraverso plance ricostruite, reperti di drammatiche battaglie e simboli dei valori della marineria.
Le nostre prove:
Nautitech 46 Open
Rizzardi Yachts IN Six
Evo Yachts R6
Frauscher Boats 1414 Demon Air
Invictus Yacht GT 280S
Joker Boat Clubman 30’ New
Non solo digitale
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L’Editoriale
CALENDA, SI SCUSI
Ci risiamo, accidenti. Per l’ennesima volta, in occasione di una comunicazione pubblica, qualcuno ha avuto la brillante idea di porre la barca tra gli oggetti che definiscono il mondo del malaffare. Insomma, un’incauta rivisitazione di quel vergognoso slogan “no boat no crime” che un brillante copywriter della Guardia di Finanza coniò, una decina di anni fa, per intitolare l’azione che portò al sequestro dello yacht di Flavio Briatore.
È successo il 29 novembre scorso su Twitter, la piattaforma social più amata dai politici. Carlo Calenda, rispondendo alla provocazione di un account, ha scritto tra l’altro: “Mai fatto il portaborse di nessuno. Non ho yacht, non frequento le bische clandestine, non mi occupo di paradisi fiscali o di locali notturni di pessimo gusto. E sto con la stessa donna da 30 anni”.
È stato come dire implicitamente – anzi no, esplicitamente – che esiste un filo logico/comportamentale che accomuna sotto lo stesso ombrello di immoralità il lacchè di un potente, l’armatore di uno yacht, il giocatore d’azzardo fuorilegge, l’evasore fiscale, il frequentatore di sordidi locali e, come se non bastasse, pure chi è fedifrago.
Insomma, un bel mix di personaggi infrequentabili. Si dirà che deve essersi trattato di un semplice scivolone dialettico, di un modesto fallo di reazione, di un innocente modo di dire. Può darsi ma, se possibile, questo costituisce un’aggravante. Se non altro perché a inciampare non è stato un tipo qualunque, bensì un uomo che è stato vice-ministro, poi ministro, rappresentante dell’Italia presso l’Unione Europea, fondatore del partito “Azione”, frequentatore di tribune politiche televisive, noto per sua la posizione aspramente critica nei confronti di chi cerca il consenso attraverso comportamenti, affermazioni e slogan che non di rado egli stesso definisce “vaccate”.
Caro Calenda, se, come credo, lei sa perfettamente che la sacrosanta lotta contro il pregiudizio, l’odio sociale e qualsiasi forma di discriminazione passa anche attraverso l’uso corretto delle parole, poste rigorosamente al di fuori dei cosiddetti stereotipi (del tipo: i politici pensano soltanto alle loro poltrone, i migranti tolgono il lavoro agli italiani eccetera), non può sfuggirle il fatto che, con il suo tweet, oltre a offendere la moralità dei circa 50.000 italiani proprietari di una barca lunga oltre i dieci metri, ha contribuito con la sua indubbia autorevolezza ad affermare un orribile, inaccettabile, ingiusto, odioso, menzognero luogo comune. Una “vaccata”, come direbbe lei.
Corradino Corbò