In copertina su Nautica di Settembre
Il Monte Carlo Yachts MCY 70.
La città della nautica
Prende il largo il 19 settembre, a Genova, il Salone Nautico Internazionale più riccodegli ultimi dieci anni.
Azimut 50
Stavolta il numero che segue il nome del celebre cantiere non indica la misura di uno scafo, bensì l’arco di tempo nel quale una piccola azienda piemontese è riuscita a raggiungere la vetta
più alta del mondo nautico.
Quando è la corrente a manovrare
Come manovrare per ormeggiarsi lungo un fiume, sfruttando a proprio favore la corrente. E come farlo anche quando è ora di salpare.
Storie di ordinaria follia
Il racconto dell’odissea per la sostituzione della falchetta, che confidiamo sia utile ai nostri lettori al fine di evitare trappole. Per fortuna, tre aziende rappresentano eccezioni degne di nota.
Io pesca, tu barca
È spesso la più fedele compagna di pesca, parte integrante dell’attrezzatura. Di certo, dalle prestazioni della propria barca può dipendere il successo o meno della battuta. Importante però
è conoscere la sua adattabilità alle varie discipline, perché ogni tecnica ha le sue priorità.
Prepararsi al peggio
Il cattivo tempo è prevedibile. Ma, soprattutto in Mediterraneo, variazioni importanti sono sempre possibili sul medio termine. Ecco come preparare la barca e noi stessi quando una burrasca
diventa inevitabile.
Le prove su modelli e il progetto della nave
Ancora oggi, quasi tutto ciò che l’uomo progetta per muoversi e lavorare in mare viene provato, prima di essere costruito, in un grande canale d’acqua: la cosiddetta vasca navale.
Jeanneau Leader 33 FB vs Leader 33 EFB
Stessa carena e interni identici ma due propulsioni diverse. Stiamo parlando del Leader 33 con due motori fuoribordo Yamaha e dello stesso scafo con una coppia di Volvo Penta D3 con piede
poppiero. Li abbiamo provati entrambi mettendoli a confronto.
Mont Saint-Michel
Un angolo di Francia avvolto da un’atmosfera particolare. Un’emozione unica per il visitatore che scorge da lontano, nella foschia del mattino, la sagoma di questo monte, unico al mondo.
Le nostre prove di navigazione
- Monte Carlo Yachts MCY 70
- Cantieri Capelli Tempest 38
- Invictus Yachts CX 270
- Joker Boat Barracuda 650
- Quicksilver Activ 675 Bow Rider
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Non solo digitale
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Editoriale
NOI, ROMPISCATOLE DI NAUTICA
Purtroppo non sempre ciò che il pubblico ha la curiosità/diritto di sapere coincide con quello che le fonti hanno intenzione/dovere di raccontare. Questa divergenza di punti di vista costituisce uno dei cardini fondamentali sui quali ruota il principio che pone le posizioni del giornalista e del lettore come le due facce della stessa medaglia: da una parte, il dovere di informare; dall’altra, il diritto di essere informati.
Ma, appunto, per quanto apparentemente semplice, il meccanismo è – in alcuni casi – tutt’altro che lineare. Tanto è vero che spesso si inceppa. Il caso di gran lunga più frequente, per noi che curiamo questa rivista, è costituito dall’alone di mistero che circonda il prezzo di alcune barche. Attenzione: non parliamo di progetti destinati ad essere realizzati chissà quando, né di prototipi in fase sperimentale, né di unità one-off che – perdonate il solo apparente gioco di parole – vengono costruite ma non prodotte, come nel caso dei gigayacht.
Parliamo di barche che, classificate come natanti o imbarcazioni, escono da stampi; che per il 90 per cento del loro complesso vengono allestite con centinaia di componenti industriali; che solo in minima parte lasciano spazio a personalizzazioni, le quali, peraltro, quasi sempre, corrispondono esse stesse a precisi standard. Dunque, oggetti dei quali i costruttori conoscono il costo con la precisione del centesimo ma dei quali non intendono dichiarare il prezzo. Ebbene, la nostra personale scelta di non pubblicare prove di imbarcazioni in produzione che siano prive di questo dato assolutamente fondamentale genera un contrasto spesso molto antipatico – e non di rado per noi dannoso – poiché, nella percezione di quegli operatori è un atteggiamento che non li favorisce, che non li asseconda, che non ossequia la loro strategia commerciale. In qualche misura, hanno ragione nel ritenerlo.
Così come dicono il vero quando, nel tentativo di convincerci a fare un’eccezione per loro, che magari sono nostri inserzionisti, affermano che le altre riviste “non fanno storie”. Noi le storie le facciamo e continueremo a farle, sia sulla questione dei prezzi sia sulle tante altre di pubblico interesse, proprio in ragione di quel duplice principio enunciato all’inizio: il nostro dovere di informare e il diritto dei nostri lettori ad essere informati. È un vero e proprio patto di fiducia che “firmiamo” nel momento stesso in cui ciascuno di loro acquista una copia di Nautica o ne sottoscrive l’abbonamento. Probabilmente è questo a renderci diversi dagli altri. E forse a rendere diversi dagli altri pure i nostri lettori.
Corradino Corbò