In copertina su Nautica di Agosto

Il Solaris Power Lobster 55, la barca di Norberto Ferretti.

Quanto ne sai?

Vi riproponiamo un gioco, un passatempo, una gara amichevole da fare tra compagni di barca, seduti comodamente in pozzetto, tra una risata e l’altra. Ma, alla fine, il risultato sarà da prendere molto sul serio.

VHF portatili, confronto all’ultimo miglio

Abbiamo testato in mare sette modelli diversi di apparati. Portata, maneggevolezza, funzioni: ecco quello che abbiamo scoperto su ciascuno di loro.

Dove nascono le navi… e non solo

Non solo navi. Ma anche motoscafi e sommergibili, piattaforme offshore e sistemi per produrre energia pulita dalle onde, dal vento e dalle correnti marine. Tutto ciò che l’uomo progetta e costruisce per muoversi e lavorare in mare, molto spesso, prima di essere costruito, viene provato in un grande canale d’acqua, la cosiddetta vasca navale.

Facile dire “binocolo”

Sebbene la normativa italiana lo contempli tra la dotazione obbligatoria per le barche da diporto che navigano oltre le 12 miglia dalla costa, il binocolo appare oggi in qualche modo superato dalle apparecchiature elettroniche di navigazione. Al contrario, in determinate circostanze, può risultare non soltanto di grande aiuto ma addirittura insostituibile.

Il nostro reef

Guardiamo spesso con invidia alle bellezze delle barriere coralline tropicali, dimenticando che anche il nostro Mediterraneo, pur con altre caratteristiche, è comunque in grado di offrire splendide immagini di vita sottomarina.

Il museo del Corpo dei Marines

Come quasi tutti i musei americani, quello nei pressi di Quantico, dedicato al celeberrimo Corpo, riesce a combinare in modo spettacolare la qualità dell’esposizione con l’efficacia del materiale didattico.

I primi navigatori

Nella grotta del Tuono a Marettimo, recenti scoperte hanno portato un team di studiosi e ricercatori a ipotizzare le prime forme di navigazione umana nel Mediterraneo nel corso del Mesolitico, anticipando di oltre due millenni la precedente datazione.

Conero, un bellissimo “angolo”

A Sud di Ancona, tra le azzurre acque dell’Adriatico e un entroterra di verdi colline punteggiate di paesini medievali, si allunga il promontorio del Monte Conero, unica “sporgenza” a spezzare la monotonia del litorale sabbioso che corre dal Veneto al Molise.

Le nostre prove:

X-Yachts 4°
Sealine C430
Axopar 37 Sun-Top
Frauscher 1017 GT Air

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Non solo digitale

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Editoriale

Compassione per un padre colpevole

“L’unico responsabile è il sottoscritto”. Lo ha dichiarato in una mail spedita alla Capitaneria di Porto e pubblicata dal quotidiano “Il Gazzettino”, il padre della bambina morta il 30 giugno scorso nella laguna di Venezia, a seguito di un “banale” incidente.

La dinamica è al vaglio delle autorità, tuttavia sembra che l’onda di scia di un vaporetto abbia sorpreso l’uomo che era al timone del suo motoscafo e che questo sia andato a urtare una briccola, sbalzando in acqua la figlia che era seduta all’estrema prua.

L’elica in moto ha fatto il resto. Mettendo volutamente da parte qualsiasi manifestazione di infinita pena per la bambina e per suo padre, resta il dovere di riflettere seriamente sull’ampia gamma di danni che la leggerezza, l’incoscienza, l’inconsapevolezza, l’impreparazione sono capaci di provocare.

È un argomento scomodo. E già questo è un grosso problema. È come se gli esempi negativi che, soprattutto in questa stagione, si manifestano continuamente sotto i nostri occhi – all’interno dei porti, nelle calette, lungo le spiagge – appartenessero al mondo degli altri e non al nostro. Perciò, nelle tipiche chiacchiere di banchina siamo pronti a proclamare la nostra estrema prudenza e il rispetto delle regole. Soprattutto quelle del buonsenso.

Ma poi, quando dalle parole si passa ai fatti, lasciamo che i nostri ragazzi – quasi sempre sulla scorta del nostro cattivo esempio – si tuffino dalla barca festosi e accaldati dopo aver consumato un lauto pranzo, lasciamo l’ormeggio senza aver controllato se nei serbatoi abbiamo abbastanza carburante per il percorso previsto, dimentichiamo i salvagente in qualche gavone ammuffito, passiamo a tutta manetta vicino a quello strano pallone sormontato da una bandierina rossa attraversata da una fascia bianca per capire cos’è, consentiamo ai nostri bambini di sedersi a cavalcioni a prua del gommone, lanciato in velocità, per giocare al rodeo tra un’onda e l’altra.

Un gap inaccettabile per una figura di diportista che, anche a termini di legge, corrisponde a quella del comandante. “Dovevo essere il responsabile della sicurezza della navigazione e delle vite delle persone e non l’ho fatto”, scrive infatti il papà della bambina. E ha ragione. Purtroppo. Corradino Corbò