In copertina su Nautica di Novembre

L’Azimut Yachts Atlantis 45

Cannes: paghi uno, prendi due

La ripartizione dei settori motore e vela tra Vieux Port e Port Canto ha funzionato, seppure con qualche perplessità, dovuta sia alla persistenza di alcuni problemi legati alla manovra delle unità in prova sia al ben diverso charme delle due aree espositive.

Genova: il Salone dei record

La Fregata “Alpino” rende gli onori, la ministra apre con un “ci conosciamo”, la serata di gala accoglie gli operatori con un avveniristico spettacolo di luci laser, la festa dance in piazza coinvolge la Città, le serate VIP a terrazza Colombo ammaliano gli stranieri.

Le novità d’autunno

La carrellata delle novità presentate al Cannes Yachting Festival e al Salone Nautico di Genova, divise per settori merceologici.

Prepararsi al peggio

Il cattivo tempo è prevedibile. Ma, soprattutto, in Mediterraneo, variazioni anche importanti sono sempre possibili sul medio termine.

cattivo-tempo-in-barca

NautiContest

Illusion, una barca a vela di 60 metri fatta per sognare, restando però nel mondodel possibile.

Luna Rossa: una barca per due equipaggi

L’AC75, il nuovo monoscafo volante costruito dal Team Prada-Pirelli per la 36a America’s Cup, suggerisce moltissime riflessioni tecniche.

Luna Rossa una barca per due equipaggi

Non ci si stanca mai di parlare del paradiso

Un arcipelago dell’Oceano Indiano dove c’è sempre qualche cosa da scoprire secondo angolature diverse. Ecco qualche consiglio su dove andare e cosa vedere.

Un piccolo paradiso del Sud Pacifico

Il remoto arcipelago delle Cook è la destinazione ideale per scoprire l’autentica Polinesia.

Le nostre prove:

Long Test – Elan Yachts Impression 45.1
Azimut Yachts Atlantis 45
Fairline Yachts F//Line 33
Focus – Azimut Yachts S8

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Non solo digitale

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Editoriale

LO SCATOLAME DI MANZONI

Negli Anni ’60, il pittore-scultore Lucio Fontana, padre del cosiddetto spazialismo, scandalizzava – volutamente e ostinatamente – il mondo dell’arte colta con i suoi “tagli”: tele attraversate da squarci praticati con un normale taglierino. Lo scorso anno, presso la casa d’aste milanese Sotheby’s, ne è stata venduta una per 2.409.000 Euro.

Per non parlare del suo “figlioccio artistico” Piero Manzoni, con i suoi ancor più provocatori escrementi in scatola, opportunamente garantiti da un’etichetta Doc che ne certificava il contenuto e la genuina provenienza. L’ultima di esse è stata battuta all’asta da Christie’s, nel 2012, per 161.173 dollari.

A chi un giorno chiese al giovane artista – morto ad appena trent’anni, nel 1963 – il senso di quest’opera, prodotta in 90 esemplari numerati, rispose: “Ora che, in nome dell’avanguardia, tutti si sono messi a fare quadri bianchi, la cosa sta diventando altamente immorale”.

Insomma, veri e propri atti di ribellione, tanto più importanti ed efficaci in quanto compiuti con la piena consapevolezza del rischio di cadere nel ridicolo. Anche l’architettura navale contempla questo ventaglio di figure: da una parte ci sono coloro i quali operano all’interno di un rassicurante formalismo, probabilmente consci che – disgraziatamente – una barca deve pur sempre navigare e – ancora peggio – deve possibilmente piacere; dall’altra ci sono i designer di avanguardia che, uscendo caparbiamente dal binario dell’evoluzionismo, imboccano vie diverse, trasversali, persino inverse  come le prore delle loro imbarcazioni.

Sono quelli che, come si dice oggi, “fanno tendenza”, finendo tuttavia per creare un nuovo formalismo del tutto simile a quello che dichiaravano di voler combattere. Ma per fortuna nostra c’è chi, alla maniera del Manzoni di cui sopra, sa come fustigare questi creativi della nautica. È il caso dell’architetto di grido – anzi, di urlo – che ci ha inviato il bozzetto dell’ultima sua ispirata creazione: un motoryacht di settanta metri che ricalca in tutto e per tutto la complessa, spigolosa, inusitata, sorprendente forma di un iceberg. In pratica, un ammasso dalla forma imprecisata, dove ciascun osservatore è libero di decidere quale sia la prua e quale sia la poppa. Geniale, come lo scatolame prodotto dal Manzoni.

Corradino Corbò

P.S. “Il tocco supremo dell’artista: sapere quando fermarsi” (Arthur Conan Doyle)