Le prospettive rimangono buone
Nonostante le difficoltà congiunturali di parecchi paesi, la grande nautica continua a tirare. Col crescere numerico dei costruttori, è aumentata, però, la concorrenza. Come si dice nel pocker, piatto ricco mi ci ficco, anche se in questo campo il bluff non è consentito. Con le schiere di surveyor e legali che seguono le costruzioni, tutti devono assolutamente rispettare la qualità, ma, quel che più conta, la shipowner satisfaction. E anche sotto l’aspetto del comfort e dello stile è una corsa a chi fa meglio, avvalendosi della collaborazione di designer molto spesso italiani, in grado di armonie gradevoli per tutti, specie su barche destinate a navigare in Mediterraneo.Si va avanti, frattanto, nella ricerca di una normativa comune per i superyacht e specialmente per quelli destinati al noleggio, attività finora certamente remunerativa, che, avendo come base la certificazione MCA della Coast Guard britannica, dovrebbe garantire a queste barche dal costo di milioni di euro, dollari o sterline, adeguate coperture assicurative, e sicurezza di navigazione e d’ormeggio. Ricordiamo in proposito che già in numerosi marina i superyacht senza MCA non possono entrare, principalmente perché, in caso d’incendio, solo le navi da diporto costruite secondo gli obblighi MCA assicurano tempi di combustione che permettono di allontanare la barca senza danni per le unità circostanti. Partendo dal concetto che ogni milionario che compra il suo toy non fa obiezioni se un pò di spese supplementari lo liberano da molte preoccupazioni, lo yachting internazionale si sta orientando verso questa politica. I costi di costruzione con certificazione MCA, o equivalente, però non sono uno scherzo e fanno crescere notevolmente l’impegno finanziario dell’armatore. Entrano in ballo, allora, il nome e la nazionalità del costruttore, le preferenze del comandante, la qualità e il complesso dell’assistenza, che molto spesso non è solo tecnica. Gli inglesi, naturalmente, sono i capofila di questa tendenza, che in un certo senso consente loro di tenere sotto controllo l’elitario mondo delle navi da diporto e i loro antagonisti olandesi, tedeschi, italiani e americani. Gli italiani, che pur costruiscono il maggior numero di superyacht, stanno rimanendo indietro perché non riescono ancora a offrire i vantaggi fiscali dei loro concorrenti. Dopo oltre un anno dalla messa a punto del provvedimento, solo in questi giorni hanno ottenuto dal governo il nuovo regolamento per i superyacht adibiti esclusivamente al charter.Quasi tutti i cantieri, nella prospettiva del nuovo regolamento hanno investito in nuove strutture per soddisfare una domanda sempre crescente, ma in Italia tutto viene vanificato dall’insipienza, dalla colpevole incertezza governativa che ripete l’errore già fatto nel contrastare in ritardo il leasing estero e non comprende la necessità di adeguarsi ai tempi, aprendo le porte al mondo dei superyacht. Fortuna che, come si può leggere più avanti, a pag. 170 le prospettive di mercato rimangono molto positive. Se il valore dell’euro rispetto al dollaro si ridimensionasse. Inoltre, a pag. 168 si può leggere del regolamento italiano ancora alla firma del ministro competente, nella sintesi redatta dall’ing, Lorenzo Pollicardo, tecnico di conclamata competenza a livello internazionale, nonché segretario generale dellUcina.
Lucio Petrone
LE BARCHE
- Benetti FB 230 Jo
- Jongert 29M Ameena
- Ferretti Yachts 830
- Alloy Yachts Paraiso
- Holland Jachtbouw Cassiopeia
- Dalla Pietà DP 80
- AB Yachts – AB 88
- Gianetti Yacht Navetta G 24 S
- Mariette: a big schooner
- Meteor, uno yacht ricco di storia
- AB Yachts – AB 88
IL MERCATO
- Farmont FY38 Metre
- Royal Huisman Arcadia
- Tecnomar Nadara 26 Fly
- Canados 90′ Open
- Vitters Mystere
- Lurssen Air
- Southern Wind 100′
- Azimut 105
- Nauta-Peterson 105′
- Oceanco Dilbar
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