Sommario

  • Nell’editoriale di marzo Lucio Petrone ci parla del codice per la navigazione da diporto. Un codice di retroguardia per la navigazione da diporto. Andar per mare è però… un diritto del cittadino, non una concessione del potere.
  • L’Utenza. Passi a mare chiusi: per riaprirli interivene la Magistratura su denuncia della Capitaneria di Porto. Franco Bechini ci illustra la situazione dei passaggi a mare, tanto preziosi per quella piccola nautica che bisogna difendere per non decretarne la fine. Il Bechini con la sua consueta capacità di analisi, ci illustra quanto è stato fatto dal 1979 a oggi e cosa è cambiato in termini di gestione del demanio, che dovrebbe, purtroppo dovrebbe, essere di tutti noi.
  • Nauticshow e Luxury & Yachts. Maggiori le presenze, buone le prospettive. Dal 5 al 13 febbraio Verona ha ospitato il VII Nauticshow all’interno della III edizione del Luxury & Yachts, il Salone del Lusso. Nautica è andata per voi alla scoperta delle novità e delle proposte degli operatori che vi hanno preso parte.
  • Seatec 2005. L’idea si conferma vincente. Siamo giunti alla terza edizione del Seatec, la rassegna internazionale di tecnologia e subfornitura per la cantieristica navale e da diporto. Come avevamo già avuto modo di osservare lo scorso anno, l’interesse di espositori e visitatori per questa manifestazione è crescente e si esprime attraverso i dati che ci permettono di fare un confronto tra l’edizione 2004 e quella appena conclusasi.
  • Tecnica: GPS palmari a confronto. Il mare in tasca. Versatili, portatili, impermeabili, talora sommergibili. Ancora: con visore notturno, cartografia stradale, controllo vocale. Con i palmari cartografici, il GPS, da strumento di ausilio alla navigazione, diventa un mezzo da impiegare nella vita quotidiana, dalla barca all’automobile.
  • Facilitare le manovre. Motorizzare il winch. In più d’una situazione la manovra al winch manuale può far desiderare un sistema meno faticoso e più rapido. È possibile, senza effettuarne la sostituzione, procedere alla sua motorizzazione, con la semplice applicazione di un kit di trasformazione, meno costoso e in grado di soddisfare appieno le prestazioni richieste. Vediamo insieme alcuni elementi dei quali occorre tenere conto per un’oculata scelta operativa.
  • Materiali compositi nautici. Stoffa da campioni. Con questo articolo inizia una mini serie dedicata ai compositi. L’autrice – fa parte dello staff Q.I. Composites, azienda leader in Europa nelle analisi non distruttive delle strutture in composito – affronterà i vari aspetti riguardanti questo tipo di costruzioni, educando alla terminologia, alle tecniche realizzative, alle proprietà dei materiali utilizzati ecc. A conclusione del ciclo, i lettori potranno inviare alla redazione di “Nautica” – info@nautica.it – eventuali domande riguardanti dubbi o problematiche riscontrate sui propri scafi, magari corredate da foto, alle quali verrà data risposta sulle pagine del giornale.
  • Tempo di record. Quei temerari sulle macchine plananti. Venèe Globe, il giro del mondo in solitario senza aiuto e senza scalo, circumnavigazione in solitario o equipaggio su un trimarano, transatlantica su un catamarano di sei metri, è il momento dell’abbattimento dei record.
  • Nave Palinuro. Col favore dei venti. Nel settantesimo anniversario della costruzione, dodici ragazzi della STAI hanno partecipato a una crociera, da Livorno a Palermo, a bordo della nave scuola della Marina Militare, un viaggio alla ricerca della sua storia e della sua leggenda.
  • Museo storico navale di Venezia. Le navi dei dogi. Costruita sul mare per sfuggire alle invasioni barbariche che seguirono la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, proprio al mare Venezia deve le sue fortune militari e commerciali, fino a divenirne sposa e indiscussa regina.
  • Los Roques. A ritmo di salsa. Un arcipelago nel mare dei Carabi, a circa settanta miglia dalla costa del Venezuela, composto da oltre 200 isole, con un unico centro abitato sull’isola di Gran Roque. Un parco marino istituito nel 1972, dove è possibile trascorrere giorni indimenticabili, immersi in una natura incontaminata e circondati dal calore e dalla gioia di vivere tipicamente sudamericani dei suoi abitanti.
  • Trofeo Giulio Verne. Provaci ancora Bruno. Bruno Peyron e i suoi tredici amici velisti, stanno tentando di conquistare il record del giro del mondo più veloce.
  • Vela libera. Paolo Venanzangeli dedica la sua pagina della rubrica Vela Libera all’avvento dei cinesi nel mondo delle regate veliche, che dopo i successi nelle regate olimpiche si apprestano a ospitare eventi di grande interesse internazionale come le regate preliminari della Coppa America. Tra quanto si mormora in proposito, si paventa l’ipotesi di un futuro team cinese per l’America’s Cup.
  • La rubrica dello sport è come sempre ricca di notizie dai campi di regata e dai circuiti di motonautica. Nelle pagine dedicate alle notizie sportive come sempre i nostri lettori troveranno informazioni relative allo sport e in particolare Key West, preliminari di Coppa America in Svezia e a Trapani, la Little America’s Cup, la terza tappa del Global Challenge, il 1° Trofeo Bellotti, il Dolphin Contest 2005, la Coppa Alcea sul Verbano, la Cento Cup, Rolex Capri Sailing Week, campionato Italiano assoluto IMS 2005, Rolex IMS Offshore World Championship, la prima Eolie Sailing Week, 55 Centomiglia del Garda, Volvo Cup, Trofeo Bailli de Suffren e Trofeo di Archimede e altre notizie raccolte per voi dal nostro giornalista Paolo Venanzangeli.
  • Nautica ha provato per voi, scoprendone pregi e difetti, le seguenti imbarcazioni: Jeanneau Sun Odyssey 45, Pershing Pershing 62, Franchini Yachts International 55 Emozione, Cantieri Navali Casa Casa 54′ HT, Sunseeker Manhattan 50, Azimut Yachts Azimut 40, Sessa Marine Key Largo 28
  • La rubrica “Una barca per tutti”, che comprende i piccoli annunci e affronta i seguenti argomenti: il Charter scuole e patenti: indirizzi; Il Consulente l’usato: consigli e suggerimenti sulla manutenzione delle barche, le schede delle barche di una volta e intervista ad un broker; pagine blu.

Editoriale

Un Codice di retroguardia per la Navigazione da diporto. Andar per mare è però…

UN DIRITTO DEL CITTADINO, NON UNA CONCESSIONE DEL POTERE

Abbiamo più volte scritto, su queste colonne, che la volontà imprenditoriale guarda lontano, sostenuta, da qualche tempo, nel nostro settore, anche da quella politica.
Non si può dire lo stesso, purtroppo, per la pubblica amministrazione, quasi scelleratamente impegnata a impedire a qualsiasi governo di governare, nel timore di tutto ciò che è innovazione e può diminuire il suo potere. Quando, poi, capita che colui che rappresenta il Governo nel settore è troppo distratto da impegni di partito o troppo digiuno della materia che è chiamato a gestire, succede che la burocrazia cui si lasciano le briglie si sostituisca alla volontà politica e legiferi in sua vece.

È quanto è successo al Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, investito dalla delega data dal Parlamento al Governo, con la legge 172/03, di riunire in un testo unico di chiara interpretazione tutta la copiosa normativa accavallatasi dal 1971 in poi sulla navigazione da diporto. La stessa legge 172 aveva fatto segnare una svolta epocale, stabilendo di svincolare il settore della navigazione da diporto dai riferimenti al superiore Codice della Navigazione.

Questo perché tutti considerano oggi la nautica più espressione di turismo e tempo libero che navigazione marittima e interna, quanto meno per natanti e imbarcazioni. È un’esigenza dei nostri tempi, se si vuol consentire a certe aree non industrializzate di avere sviluppo economico e occupazionale.

Vittoria, ripetiamo perciò, epocale, per il settore, che i tecnici del Ministero hanno immediatamente cancellato con un colpo di spugna, redigendo inoltre un articolino che consente alla burocrazia anche la possibilità di legiferare in materia, in futuro, con semplici decreti ministeriali, senza passare attraverso le Camere.

Il testo definitivo non è ancora noto, ma ci sembra proprio che sia stata stravolta la delega che il Governo ha ricevuto dal Parlamento, al quale ha detto praticamente:

“La navigazione da diporto fuori dal Codice della Navigazione?

Pazzia! Cari parlamentari, l’ultima legge sulla navigazione da diporto che avete approvato quasi all’unanimità è sbagliata, ma fortunatamente siamo riusciti a correggervi in tempo… Non lo fate più. Qui ci vogliono più controlli e più rigore. Il fatto che nella nautica gli incidenti, i sinistri siano quasi inesistenti non significa niente”.

E nell’ultimo testo di bozza al momento reso noto, all’art. 1 viene dichiarato a chiare lettere che per tutto ciò che non viene indicato nel Codice della navigazione da diporto, si fa riferimento al Codice della navigazione marittima e aerea del 1952 (redatto sulla base di quello promulgato dal Re Vittorio Emanuele III nel 1941). Si ribalta, cosi, completamente il principio ispiratore dell’art. 1 della legge n. 173/2003.

Si tacciano, in pratica, tutti i parlamentari di crassa ignoranza, volutamente ignorando che la prerogativa legislativa del Parlamento è appunto quella di innovare, spesso con tagli draconiani col passato. Anzi mortificando tale prerogativa.

E lo sviluppo della nautica? Si può fare solo se la nautica paga. Deve autofinanziarsi e in più pagare la mano morta di tanti interessi che stanno dietro. È la solita storia. Si torna, così, a un codice, giustamente a suo tempo, di ispirazione militaresca, che trova le sue fondamenta giuridiche in una visione napoleonica del potere, che non contemplava si potesse andar per mare solo per impiegare il tempo libero, per turismo. Il concetto è “io, Stato, ti concedo di navigare”. Ed è un principio che non si applica solo alla nautica, ma a tutto. È il concetto dello stato burocratico, che purtroppo caratterizza anche la Commissione europea.

In questo modo un Codice che non contiene neanche una lontana idea di ciò che è un’attività turistica legata al mare, rientra dalla finestra dopo essere uscito dalla porta, accrescendo controlli e costi. Normali realtà italiane. Ma non demorderemo, perché andar per mare è un diritto del cittadino e non una concessione del potere.

Quale sarà, nei prossimi mesi, l’andamento della nautica da diporto in Italia e in Europa? In questo momento è una domanda che si pongono molti operatori, perché l’utenza, dopo il periodo di boom degli acquisti che ha avuto il suo apice nel 2000- 2001, attraversa da parecchio tempo, come si dice, un periodo di riflessione. Danno ancora corpo al mercato gli ordini ricevuti nel recente passato. Tirano ancora le grandi navi da diporto da quaranta, cinquanta metri e più, sono, di contro, in crisi le dimensioni sotto i venti metri. Anche l’usato stenta, ora vedremo al BoMa di Genova, in marzo, se c’è un risveglio.

Nelle esportazioni, invece, prima siamo stati penalizzati dalla supervalutazione della Lira nel passaggio all’Euro, poi dall’eccessivo apprezzamento di quest’ultimo su Dollaro e Sterlina, infine dal diminuito potere d’acquisto della nuova moneta, in Italia addirittura dimezzatosi. Per il momento non si può parlare di crisi, ma solo di preoccupazione.

Non è, tuttavia, neanche un problema di quattrini, perché nei momenti di difficoltà i milionari aumentano. Certo paghiamo lo scotto alla crisi del sistema Italia, peggiorato rispetto all’area comunitaria dai veleni della politica nazionale, che discreditano l’immagine di tutto il Paese.

Nella nautica, già nel periodo del boom c’erano state le avvisaglie di qualcosa che stava cambiando. I timori, poi, erano stati fugati dal fatto che le barche, anche se in misura minore, si continuavano a vendere. Ciò nonostante, alcuni si sono lanciati in investimenti eccessivi, in ampliamenti che avrebbero dato frutti copiosi soltanto se il mercato avesse continuato a tirare… Questo, purtroppo, non è avvenuto, e mentre a qualcuno è andata bene comunque, altri, invece, hanno ancora da vendere parte della produzione 2004.

Ma non drammatizzeremmo. È una cosa che comunque accade anche nei momenti migliori. Quello che ci preoccupa è che nel mirino ci sono, a torto o a ragione, anche i grandi gruppi, sui quali si basa gran parte della credibilità della nautica italiana. Addirittura si parla di giganti stranieri che vogliono acquisirli… come Brunswick prima con Azimut, poi con Ferretti, e di altri che guardano interessati. Allo stesso tempo è stato reso noto che Camuzzi, dopo il cantiere Baglietto ha acquisito i Cantieri di Pisa, che Ferretti ha ufficialmente fatto lo stesso con Itama, che Azimut sembra stia per concludere l’acquisto di Magnum, che Fipa compra CBI Navi. Nel gioco degli investimenti e delle plusvalenze, c’è sicuramente, invece, chi ha una necessità più o meno impellente di monetizzare l’esistente. Ma chi sono oggi gli investitori? I fondi pensione?

Bei tempi di una volta, com’è stato per l’entrata in borsa di Ferretti. Solo un folle o un… genio in questo momento investirebbe sul lusso. Ma i timori non sono solo italiani. Vediamo, che, al momento, tutta l’Europa è ferma, a cominciare dalla Germania. L’anno bisestile che ci siamo lasciati alle spalle con alcune “tramvate” borsistiche e obbligazionarie ben note, che hanno avuto estesi contraccolpi globali, ha semidistrutto un pò tutti, perché tutti hanno scheletri negli armadi. Ma l’effetto peggiore di quest’insieme di eventi negativi è stato l’aver rivoluzionato le priorità, che non sono più quelle tradizionali. È cambiato il modo di spendere della gente (e non solo degli occidentali) e ciò ha messo in ginocchio ogni tipo di mercato, bene barca compreso. Viviamo in un’economia di mercato alla quale è venuto a mancare proprio il mercato.

Come può riprendere fiato la nostra economia? Varando una patrimoniale o incrementando il gettito di multe, giochi e concorsi? Follie. Ma ci vorrebbe la palla di vetro per guardare nel futuro. Ci consola, invece, pensare che, in questo quadro generale sconfortante, la nautica è stata e speriamo continui a essere un’isola felice. Questo momento stagionale è stato sempre di riflessione, ma quando il tempo è bello e splende il sole, chi ha la passione, ha solo un desiderio: rimettere a posto la barca e uscire in mare. Anche per non fare nulla di particolare, ma solo per bearsi di quanto il Signore ci ha donato.

Quest’istintivo moto dell’animo, ricordiamolo, ha però un valore economico incommensurabile, perché mette in moto un volano che riattiva una miriade di attività, a costo zero per lo Stato. La stagione in arrivo, forse, non sarà trascendentale, ma, come spesso è successo negli ultimi decenni, consentirà al settore di andare comunque avanti. Il contributo della nautica al PIL non sarà forse pari al passato, ma ci sarà.

Del resto il valore intrinseco della nautica da diporto, assurdamente avversato, per anni, a fini politici, è stato compreso da tutti i partiti, tanto da obbligarli a inserirla stabilmente nei loro programmi regionali e nazionali. Sono state così approvate leggi importanti come il decreto Burlando (DPR 509/97), che ha sbloccato il rilascio delle concessioni demaniali per costruire porti turistici, e la 173/2003 per adeguare ai nostri tempi la navigazione da diporto. Anche se qualcuno, come detto all’inizio, cerca di sminuirne la portata, il progresso non si ferma.

Ora all’esame del Parlamento ci sono già altre proposte di legge che ci riguardano. Già in discussione, in sede referente, alla IX Commissione Trasporti della Camera, quella presentata il 16 giugno 2003 (che ha preso il n. 4067) dall’on. Luigi Muratori (lo stesso deputato che ha dato il via alla 173/2003) sulla “realizzazione di strutture per la nautica da diporto su aree private”.

Scopo della proposta è quello di recepire nella normativa di settore le numerose sentenze (magistratura ordinaria, Cassazione e Consiglio di Stato) sul sussistere del diritto di proprietà privata su darsene e porti turistici scavati a secco su terreni privati, anche se poi collegati con canali al mare o alle acque interne. Come di prassi, sono riuniti nell’esame in Commissione tutte le proposte concorrenti, che trattano cioè la stessa materia, la portualità turistica. In questo caso, si tratta della proposta n. 5345, di Italico Perlini e altri deputati appartenenti all’Associazione Parlamentari Amici del Mare e della Nautica, che ripete alla Camera l’identico documento già presentato al Senato dal loro presidente, il sen. Mauro Cutrufo. Essa riguarda la “Disciplina delle strutture ricettive per la nautica da diporto” e spazia su tutte le altre problematiche del settore portualità turistica. Entrambi i disegni di legge sono già stati pubblicati su “Nautica”.

Ricordiamo, infine, che sta per entrare in vigore il nuovo Regolamento per le navi da diporto, i superyacht, esclusivamente impiegati in attività di charter. Il provvedimento, fortemente voluto da Ucina, l’associazione imprenditoriale di settore (Confindustria), dovrebbe portare sui registri marittimi italiani questo tipo di unità che nella scia della loro gestione lasciano fiumi di denaro e posti di lavoro a bordo e a terra.

Il valore sta negli uomini della nautica, utenti e operatori, ma le buone leggi aiutano molto.

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
Arriva in Italia l’americana Bellingham
rubrica: Approdi e residenze | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 204

2
Un codice di retroguardia per la navigazione da diporto
rubrica: Attualità | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 90
3
20 metri di eleganza
rubrica: Broker & Charter | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 302
4
Charter in Madagascar: Isola incontaminata
rubrica: Broker & Charter | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 300
5
Fiducia e amicizia
rubrica: Broker & Charter | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 314
6
Settimane in gommone
rubrica: Broker & Charter | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 302
7
Facilitare le manovre: Motorizzare il winch
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 108
8
Materiali Compositi Nautici (I): dalla serie alla Coppa America
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 114
9
Tecnica: GPS palmari a confronto: Il mare in tasca
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 100
10
Cantiere Solare
rubrica: Giri di bussola | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 194
11
In Italia i nuovi catamarani del cantiere Edel
rubrica: Giri di bussola | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 202
12
La nautica campana incontra l’Europa
rubrica: Giri di bussola | annata: 2005 | numero: 515 | pagina: 196

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