Sommario
- Resoconto di tre saloni: Londra, Dusseldorf e Riva di Traiano
- Pubblichiamo i progetti delle barche premiate in occasione del Concorso “Una vela per l’Europa”
- Tutto ciò che offre il mercato del fuoribordo
- Terza puntata del corso di regata: vi spieghiamo come effettuare una buona partenza
- Ottava puntata sull’impianto elettrico che tratta l’argomento dei dispositivi di sicurezza di bordo
- Terza puntata della scuola di vela, illustrata da disegni di immediata comprensione: come issare la randa
- Sport, servizio e foto delle seguenti regate: Key West, le ultimissime sull’Around Alone con il soccorso a Isabelle Autissier di Giovanni Soldini
- Nautica ha provato in mare per voi, scoprendone pregi e difetti, le seguenti barche: Fairline Squadron 52, Fiart 40 Genius, Innovazioni e Progetti Mira 36, Pursuit 3400 Express Fisherman, Portofino 10 Open, Gobbi 325 FC, Chaparral Sunesta 232, Rio 600 Fisherman
- La storia delle navi di Nemi e il progetto della loro ricostruzione
- Itinerario turistico di mare e di terra sul versante occidentale di Capo Corso
- Seconda puntata dell’inchiesta sulla portualità della Sicilia: tutti i porti agibili con le relative tariffe di ormeggio
- Nella rubrica del charter: la terza parte del contratto collettivo nazionale che regola il lavoro dei marittimi imbarcati; le offerte delle agenzie di charter riunite sotto l’egida di Porto Italia a Dusseldorf; alcune proposte di barche a noleggio.
Editoriale
Omaggio a Soldini
LA SCUOLA DEL MARE
Lungi da noi l’idea di fare della facile retorica, ma è doveroso anche un omaggio di “Nautica” al coraggio e alla bravura di Giovanni Soldini che, nella sua galoppata in solitario attorno al mondo, non ha esitato ad abbandonare la testa della regata per correre in soccorso della bravissima velista e amica Isabelle Autissier. Tutti abbiamo visto in televisione il tipo di mare e di tempo, con dei filmati relativi a un rovesciamento della francese avvenuto nella precedente edizione della regata in solitario attorno al mondo. Questa volta Soldini era il più vicino e nessun mezzo aereo o navale sarebbe potuto intervenire in tempo per salvarla.
Gli inglesi indicano questa bravura con la parola seamanship, cioè la capacità di governare la propria imbarcazione con qualsiasi tempo e nel migliore dei modi.
Noi possiamo affermare, lo dicono i fatti, che è un ottimo marinaio, grande velista e uomo coraggioso. Questo gesto di ardimento giustamente lo compensa, almeno nel morale, per la iattura di due episodi luttuosi, lo scorso anno la perdita in Atlantico di un compagno di equipaggio e proprio recentemente, alla partenza da Auckland, la caduta dell’aereo di un amico che, dopo averlo accompagnato per alcune miglia dall’alto in questa tratta verso il Capo Horn, stava ritornando verso la città neozelandese.
Ora Giovanni ha ripreso la sua regata e l’augurio di tutti è che possa ancora vincerla. Ma l’eco del suo gesto, globalizzato dalla televisione, è un esempio mandato a tutti i giovani sani e onesti che in un mondo condizionato dal consumismo hanno un disperato bisogno di ideali e di valori.
Le attività nautiche formano il carattere dei giovani come poche altre. Danno ad essi certezze, autocontrollo, senso di responsabilità, cognizione del pericolo, forza interiore. Nell’episodio del salvataggio vogliamo ancora ricordare il grande carattere anche della Autissier. All’arrivo di Soldini, che con quel mare aveva un bel da fare per evitare collisioni con lo scafo rovesciato, al suo interno la ragazza dormiva.
Da esperta navigatrice riusciva a dormire, cosciente di dover recuperare le forze nella probabilità di nuovi pericoli. Fortunatamente non ne ha avuto bisogno. Ora, a bordo di “Fila” sarà solo un’ospite e non potrà toccare nulla, per rispettare il regolamento della regata.
Il suo commento? “Mi farò una bella crociera!” Grande donna, grande marinaio.
Anche noi, una volta, eravamo un popolo di marinai, ma in quest’ultimo secolo abbiamo sacrificato questo grande retaggio sull’altare di un’industria che ha preteso tutte le risorse del paese. Da una parte abbiamo creato megalopoli pazzesche, dall’altra è stata abbandonata qualsiasi politica del mare. Significativa, in merito, l’abolizione del Ministero della Marina Mercantile, quasi che fossimo un paese mitteleuropeo.
Sì, è vero, le competenze del vecchio dicastero rimangono nel Ministero dei Trasporti, ma psicologicamente ciò è significativo di un disinteresse totale verso una gran parte del paese, specialmente Mezzogiorno e isole che una volta erano gloriose e all’avanguardia proprio per l’esistenza di una grande flotta mercantile e quindi di floridi commerci.
Regno delle Due Sicilie docet. Ora le stesse regioni sono le più depresse economicamente della nazione. E il diportismo nautico è stato perseguito quasi come un insulto al lavoratore, al paese. Si possono perdere tranquillamente milioni, miliardi ogni sera al casinò, ma se compri una barca, pur piccola, sei considerato alla stregua di uno sfruttatore, per principio. Meno del passato, ma tuttora. E ci si vergogna di possedere un’industria nautica che costruisce barche miliardarie, anche se in gran parte vendute all’estero.
Ma noi non demordiamo. Vogliamo che si riconquistino i valori perduti e cerchiamo di riportare la gente sul mare con la nautica da diporto.
Nella nautica ci possono essere grandi opportunità di lavoro oltre che stimoli educativi. Anche Soldini e la Autissier ne sono un esempio. Ma per ripartire alla grande è necessaria la collaborazione della scuola.
La nautica, la subacquea, la pratica conoscenza del mare devono entrare nelle aule delle elementari, della scuola primaria e secondaria.
Abbiamo parlato su queste pagine dell’iniziativa della Federazione Italiana Vela per portare questo sport nella scuola.
Ora ci è stato presentato anche un programma della Lega Navale, svolto attraverso la Sezione di Roma, che in collaborazione con alcuni istituti scolastici della Capitale, hanno avviato una serie di esprienze in barca a vela con gruppi di alunni.
L’iniziativa non vuole solo insegnare ai giovani ad andare a vela ma vuole motivarli verso certezze e valori morali che l’esperienza marinara può dare. Il progetto, di cui si può leggere nel Nautimondo di questo stesso fascicolo, coinvolge anche la Marina Militare, che attraverso l’Accademia di Livorno e altre scuole, già svolge ogni anno corsi di vela per gli alunni più meritevoli sotto il profilo del profitto. Ci sembra un ottimo inizio. Vorremmo che però non si trattasse di episodi, ma di un programma di vasto respiro, di un’azione coordinata che utilizzasse al meglio tutte le forze e fosse aperta a tutti i giovani del paese, anche a quelli delle aree più depresse. E, come giustamente diciamo tutti noi del settore, portiamo ai giovani la testimonianza di chi nella nautica ha raggiunto traguardi di successo in campo sportivo, ma anche, aggiungiamo, nelle attività imprenditoriali.
Perché proprio la nautica offre reali opportunità di iniziativa per i giovani che vogliono avviare nuove attività e in questo campo deve muoversi l’Ucina, l’associazione nazionale delle aziende nautiche, per fornire il necessario supporto informativo e, perché no, qualche forma di aiuto.
Usufruendo anche delle leggi che vogliono stimolare l’imprenditoria giovanile, già si sono create molte cooperative e società che guardano a nuove attività nei servizi per la nautica, specie nel charter e nella subacquea, due settori ai quali si rivolgono molti utenti, specie giovani.
Com’è comprensibile, non possono permettersi l’acquisto di una barca, ma in gruppo possono noleggiarla per una settimana o due e lo stesso per la subacquea dove oggi ci si avvicina non alla garibaldina come noi nel passato, ma scientificamente.
E qui si vede che la nostra società sta crescendo, perché lo scopo non è più la caccia ma la conoscenza dell’ambiente, l’osservazione dei pesci, dei mammiferi, dei fondali, la fotografia o la ripresa televisiva del mondo subacqueo.
Il mercato chiede, l’imprenditore offre. C’è un futuro per i giovani nella nautica e nel turismo di cui essa è volano.
Il nostro Mezzogiorno, per cause ambientali è restato indietro e ora è considerato la zona dove è previsto il grande sviluppo del paese nei prossimi decenni.
Siamo la più bella darsena dell’Europa e questo ci attirerà ricchezza e quindi lavoro e benessere.
Facciamo che i nostri giovani siano preparati allo sviluppo. La unica grande industria delle nostre aree costiere è il turismo e la nautica ne fa parte integrante.
Ci mancano ancora le infrastrutture, ma probabilmente avremo anche quelle se ci lasceranno lavorare in pace.
Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl
Indice articoli presenti in questo numero
1
Il Nic di Catania, un circolo nautico da prendere a modello, non solo in Sicilia
rubrica: Approdi e residenze | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 189
2
Società subacquea Teseo Tesei
rubrica: Approdi e residenze | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 190
3
Talamone cresce
rubrica: Approdi e residenze | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 190
4
Viareggio, capitale del diporto e delle bocciature ministeriali
rubrica: Approdi e residenze | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 188
5
La scuola del mare
rubrica: Attualità | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 88
6
Ford Focus: La media del 2000
rubrica: Autonautica | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 204
7
Disciplina del lavoro a bordo delle unità da diporto/3
rubrica: Broker & Charter | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 255
8
Feram Yachting: Il sogno del velista
rubrica: Broker & Charter | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 258
9
Porto Italia al 30° Boot di Dusseldorf: L’approdo Italia per i tedeschi
rubrica: Broker & Charter | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 256
10
Sardinia Cat Service: Charter e multiscafi
rubrica: Broker & Charter | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 258
11
Tuna Yacht Club Charter: Tuna in Turchia
rubrica: Broker & Charter | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 259
12
Corso di vela 3: Issiamo la randa
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 1999 | numero: 443 | pagina: 126