Sommario

  • L’editoriale di Nautica di marzo è dedicato alle auspicate modifiche alla normativa, che potrebbero arrivare presto grazie al disegno di legge Muratori Germanà e al disegno di legge Cutrufo. Lucio Petrone ci spiega perché possiamo già ritenerci ampiamente soddisfatti, analizzando punto per punto i due disegni di legge con tutte le importanti novità in essi contenute. Ora ci vuole solo il coraggio di andare avanti mantenendo questa rotta, che sicuramente porta all’auspicato sviluppo del settore.
  • L’utenza: Franco Bechini ci propone la lettera di un diportista che denuncia l’ennesimo atto di prepotenza ai danni di chi ama trascorrere il suo tempo libero a bordo di un’imbarcazione. La vicenda si è consumata a Sirmione (BS), sul Lago di Garda, la cui amministrazione comunale ha chiuso l’unico scivolo agibile della zona. La questione ha sollevato la protesta tra i diportisti locali i quali si sono associati creando il movimento “Non chiudete Punta Gro”. Franco Bechini ha accolto come di consueto la protesta e ce la propone con un’appassionata analisi, che parte da una situazione locale ma che approda nello stato generale della nautica italiana.
  • Nella rubrica dedicata alle inchieste di Nautica, sul numero di marzo, troverete la seconda puntata di “Portualità turistica in Puglia”. Si conclude così l’indagine sui porti, gli approdi e i punti di ormeggio in acqua, i porti a secco e gli scivoli pubblici, situati lungo le coste della Puglia, distinti secondo la tipologia di gestione e i servizi offerti.
  • Nella rubrica Vela Libera Paolo Venanzangeli ci parla delle componenti che determinano l’altezza, la lunghezza e la forza delle onde, analizzando con particolare attenzione il fenomeno del fetch. Tra gli esempi citati le ragioni per cui quello dei “Quaranta ruggenti” si può a ragione definire il fetch infinito.
  • Nautica ha visitato per voi il 33° Boot Dusseldorf, un salone organizzato in modo ineccepibile nel quale hanno esposto i loro prodotti operatori provenienti da tutto il mondo. In questo articolo Fabio Petrone ci svela i segreti del salone tedesco e ci illustra tutte le novità presentate al Boot.
  • Charter alle Isole Pelagie. Nella rubrica dedicata al charter sul numero di marzo troverete un articolo dedicato alle proposte relative all’arcipelago delle Pelagie, dove l’estate sembra non avere mai fine.
  • Nella rubrica dedicata allo sport Paolo Venanzangeli ci parla degli ottimi risultati ottenuti da Flavio Favini al mondiale dei Melges 24, che aggiunge al curriculum il titolo mondiale ottenuto nel corso della Key West Race Week. Inoltre, un’analisi della tappa più dura della Volvo Ocean Race, da Auckland a Rio de Janeiro, nel regno delle onde. Sempre sulle pagine dedicate allo sport, il resoconto delle regate e delle gare di motonautica più importanti, inoltre, informazioni e curiosità del mondo dello sport.
  • Su Nautica di marzo la terza puntata del corso per conseguire la patente nautica. In questa occasione l’autore, Roberto Neglia, esamina i segnali, i fanali delle navi e le precedenze di rotta. Una importante occasione anche per chi è già in possesso della patente nautica per rinfrescare delle nozioni fondamentali per navigare in sicurezza.
  • L’attrezzatura di coperta. In questo articolo Angelo Masia ci parla dell’albero delle imbarcazioni a vela, analizzando i diversi tipi esistenti e gli accessori con i quali si può, infine, determinare un’attrezzatura adeguata.
  • La velocità di crociera. Quante volte abbiamo sentito parlare di velocità di crociera? Sicuramente tante, e ogni volta ci si interroga su cosa effettivamente sia questo dato tecnico, da cosa si ricavi e quali siano le teorie sulle quali si basa un giusto calcolo. Dal punto di vista matematico il calcolo è improponibile, ma Corradino Corbò ci indica gli elementi che permettono di determinare, seppur con una certa approssimazione, il dato.
  • Acqua dolce acqua. Quanta immagazzinarne, in quali serbatoi, come configurare l’impianto idrico e come ampliarne la capacità. Un prezioso articolo dedicato all’acqua dolce, nel quale Roberto Neglia ci svela i segreti per razionalizzarla al meglio evitando inutili sprechi.
  • Carburanti e consumi. In questo articolo tecnico l’ing. Alfredo Gennaro ci illustra le caratteristiche di alcuni motori e le differenze determinate dal tipo di alimentazione. Molte le preziose indicazioni offerte dall’autore, che permettono di trovare risposta alle numerose domande che arrivano ogni giorno in redazione come per esempio, la stima per il calcolo delle autonomie.
  • Nautica ha provato per voi, scoprendone pregi e difetti, le seguenti imbarcazioni: X-Yachts X-482, Tecnomar Velvet 24, Fairline Squadron 58, Jeanneau Prestige 32, Gagliotta Gagliardo 34, Sessa Ocean 850 Tim, Pursuit Pursuit 3070, Maxum 2100 SC Sport Touring Boat.
  • Nautica è andata alla scoperta delle grotte della Costa del Cilento, che da sempre ha affascinato i naviganti che percorrono questa rotta e che hanno visto in questi luoghi la dimora delle mitiche sirene. Lungo questo stupendo tratto di costa si incontrano grotte di bellezza unica, veri capolavori di architettura che solo la natura poteva realizzare.
  • Nautica si è spinta a Gove e nel Golfo di Serpentara, nella parte settentrionale del continente australiano, una zona impervia e inesplorata, un vastissimo territorio occupato da paludi inaccessibili, terre acquitrinose che si confondono con l’oceano, nelle quali è possibile imbattersi nei coccodrilli di acqua salata più grandi della terra.
  • Nella rubrica “Pesca in Barca” l’autore, Riccardo Fanelli, ci parla delle lenze e dei terminali di profondità.
  • La rubrica “Una barca per tutti”, che comprende i piccoli annunci, affronta i seguenti argomenti: il charter: agenzie e proposte di noleggio e itinerario in barca scuole e patenti: indirizzi; Il Consulente l’usato: consigli e suggerimenti sulla manutenzione delle barche, le schede delle barche di una volta e intervista ad un broker; pagine blu.

Editoriale

Ancora un passo in avanti

IL CORAGGIO D’OSARE

Disegno di legge Muratori-Germanà, disegno di legge Cutrufo e parlamentari amici del mare e della nautica: ci sono tutte le premesse per ottenere importanti modifiche alla normativa. Specialmente il secondo accoglie tutte le lamentele di diportisti e operatori portate all’attenzione generale da “Nautica”.
Essere soddisfatti è il minimo, anche perché se forse, nel corso del dibattito nelle Commissioni competenti delle due Camere, si dovrà rinunciare a qualcosa, è per altro anche possibile ottenere qualcosa in più.

In particolare il sen. Cutrufo interviene: sull’esosità delle multe comminate per le infrazioni alle ordinanze delle autorità marittime; sull’attuale confisca della barca quando si entri in aree protette, che era un assurdo da vietcong; sull’esigenza della segnalazione delle stesse per poter contestare le infrazioni; sulla confusionaria applicazione delle norme sul VHF. Taglia poi drasticamente il potere d’ordinanza trasferendolo ai direttori marittimi, appena 13 uffici contro gli attuali 94; aumenta le dimensioni del natante a motore; allunga i termini delle concessioni per la costruzione di approdi con escavo su terreno privato portandoli a 50 anni+rinnovo di altri 50; e così via, come si può leggere più dettagliatamente nella presentazione della proposta Cutrufo, più avanti, nel Nautimondo.

Benissimo, 10 e lode a tutti, ma noi inviteremmo tutti i parlamentari che si occuperanno della nuova legge a riflettere (più in chiave da paese veramente occidentale che non da stato di polizia ottocentesco) su quello che per i diportisti è stato forse il problema più assillante negli ultimi decenni: il continuo e reiterato controllo delle dotazioni di sicurezza, esagerato oltre ogni limite.

Oltre a costituire una spesa assurda per lo Stato, rapportata al topolino che partorisce, tale controllo ha offerto in questi anni il destro a un’assurda gara di attivismo tra le forze di polizia a mare, impegnate a dimostrare la loro efficienza in base al numero di multe affibbiate ai naviganti per diporto. Attività che ha anche giustificato il costituirsi di megaflotte paramilitari.

Dopo le campagne e le iniziative di “Nautica”, attualmente la pressione è diminuita. Tuttavia le multe per carenze anche sciocche nelle dotazioni, ma spesso anche l’atteggiamento inquisitorio e brusco dei controllori che turba l’atmosfera di vacanza, di libertà e di relax, rimane certamente tra i maggiori motivi di disincentivazione a comprare una barca e darsi al diportismo.

Sì, ci sono anche altri problemi da affrontare, come la carenza di ormeggi e di scivoli, le troppe ordinanze, ora anche comunali e regionali, il proliferare di parchi non segnalati, però i provvedimenti proposti dovrebbero avviarli a soluzione.

Considerato che il vigente Regolamento di Sicurezza, del ’99, oltre a prevedere le dotazioni in funzione della distanza di navigazione dalla costa, ha sancito l’esclusiva responsabilità del diportista sulla scelta della navigazione e sulla tenuta a bordo delle dotazioni; considerato che l’atteggiamento della Pubblica Amministrazione sia prima col Governo dell’Ulivo e adesso col Polo delle Liberta è quello di semplificare, di ricorrere all’autocertificazione, di snellire sia gli adempimenti del cittadino che il lavoro della P.A. sburocratizzandolo; considerato che con l’abolizione della ferma obbligatoria si va verso una drastica diminuzione degli organici delle Capitanerie e non si può pensare di formare degli specialisti per mandarli a controllare se uno ha o meno a bordo l’orologio o mezzi di svuotamento; considerato che i suddetti controlli distraggono le unità di polizia marittima da compiti molto più importanti, specialmente nei confronti dell’immigrazione clandestina, dei traffici di sigarette, armi, narcotici ecc; pensiamo sia venuto il momento di abolire i controlli delle dotazioni di sicurezza, lasciando al diportista anche la responsabilità di avere tutto il necessario a bordo, come prescrive il Regolamento sopra citato.

Premesso che l’utenza nautica è notevolmente cresciuta e maturata con l’esperienza acquisita in questi anni, le dotazioni potrebbero essere controllate: quando il diportista è colto in fragrante violazione per essere entrato in area di balneazione o in aree marine protette segnalate oppure al verificarsi di sinistro e di intervento di soccorso.

In quest’ultimo caso la multa potrebbe essere più significativa, considerati: l’organizzazione che si mette in movimento e, spesso, il rischio della vita dei soccorritori. Di contro, si otterrebbe automaticamente una maggiore attenzione verso le aree di balneazione e marine protette.

Se il diportista è responsabile, che lo sia totalmente, senza che intervenga lo Stato mamma in un settore dove la sinistrosità è praticamente zero (basta considerare i premi contenuti richiesti dalle assicurazioni) e dove rispetto a tutte le altre attività sportive e di tempo libero le morti e gli infortuni sono in assoluto episodici. Questa sarebbe veramente una scelta innovativa e coraggiosa, rispettosa dei diritti dei naviganti (ai quali si chiedono solo obblighi), in grado di far crescere ancora il livello della nautica italiana. E’ una scelta che chiediamo da anni e che alla fine ha dato dimensione all’uomo diportista anche in un Regolamento di Sicurezza che, fino al ’99, era solo un dictat. Non fermiamoci a metà solo per proteggere gli interessi che da tale situazione traggono vantaggio.

Ma ci sarà il coraggio di osare?

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

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