Sommario
- Presentazione in anteprima di tutte le barche nuove, a motore e a vela, e degli accessori, che troverete esposti al Salone Nautico di Genova
- Resoconto completo del raduno delle barche d’epoca svoltosi a Imperia
- Le tecniche da adottare per le manovre speciali in barca a vela
- Due articoli sugli apparati e i ripetitori radar: come funzionano e cosa offre il mercato
- Nautica ha provato in mare per voi, scoprendone pregi e difetti, le seguenti barche: Dalla Pietà Settanta, Sealine T51 Fly, Cabo 45 Express, Gagliotta Camaro Even, Elan 333, Rio 800 Cabin Fish, Cantieri di Imperia Pilotina EM 25 Professional, Sessa Key Largo 19, Offshore Super Classic 16
- La rinascita di un leudo: “Il Cuma”
- Viaggio in barca a vela dal Canale di Beagle alla Penisola Antartica
- Itinerario disegnato dell’arcipelago di La Maddalena con informazioni sui porti
- Itinerario di navigazione nel Canale di Suez con le notizie pratiche utili a chi si appresta a portare la barca in Mar Rosso
- Sport, servizio e foto delle seguenti regate: Sardinia Cup; Centomiglia; Trofeo Bénéteau, Bénéteau Cup e Trofeo Formenton.
- Nella rubrica del charter informazioni sulla navigazione e il noleggio di barche nelle isole Pontine
Editoriale
Lettera aperta al Ministro Burlando
Grazie, ma c’è ancora da fare
Caro Ministro,
prima di tutto un grazie a nome di tutto il settore. La sua costante attenzione verso la nautica da diporto ha avuto finalmente i suoi benèfici effetti e quella trascorsa è stata la stagione migliore dopo un lungo periodo di crisi. Quest’anno tanti appassionati sono tornati in barca, dimenticando la precedente persecuzione fiscale e gli eccessivi controlli a mare. Anche gli operatori sono andati molto bene e si ripresentano con rinnovato entusiasmo al Salone di Genova.
Ma non sto qui a ricordare ciò che Lei ha fatto, perché ormai dopo tante volte i lettori della rivista lo sanno bene. Vogliamo solo parlare dell’abolizione, prevista dalla Finanziaria in esame, del bollo sulla patente, a similitudine di quanto è avvenuto per l’auto, e il Suo impegno per evitare che ciò comportasse compensazioni su altre voci fiscali.
Come anche il canale VHF dedicato alle informazioni meteo sul canale 68, già funzionante in parte del Tirreno e che Lei ha disposto sia esteso al più presto a tutte le aree nazionali. «Nautica» aveva invano per anni cercato di ottenerlo.
Ma questo non è il momento delle celebrazioni, anche se dovute. Invece è necessario fare un punto sulle altre cose da fare.
Prima di tutto la nautica nella nuova organizzazione del Ministero, come indicato dal DPR del 24.4.98, n. 537.
In esso è previsto un dipartimento della navigazione marittima e interna, che prevede anche unità di gestione del diporto. La dizione è abbastanza vaga e non ci sembra che tenga conto dell’attuale realtà della nautica da diporto nell’economia marittima della nazione.
Prima di tutto riunire le strutture una volta della Motorizzazione e l’attuale Divisione Nautica da Diporto della Navigazione in un solo ufficio, come in Francia, competente su tutto ciò che riguarda la nautica, dalle infrastrutture, alla navigazione, alle costruzioni, alla sicurezza. Lo richiede il ruolo sempre più importante del diporto nell’ambito della nostra economia marittima. Con esso si potrebbe veramente dar vita a una politica della nautica non avulsa da se stessa ma nel contesto di una programmazione a vasto raggio.
Riguardo al Regolamento di Sicurezza, si è aspettato tanto, forse varrebbe la pena di attendere che la riforma del Ministero sia attuata e affidare le direttive politiche del documento al nuovo ufficio per la nautica da diporto o a chi per esso.
In ogni caso, non vorremmo che esso fosse emanato senza averne prima inviato una bozza agli esperti del settore e alla stampa specializzata, perché possano segnalare eventuali modifiche o correzioni. È evidente che poi saranno l’ufficio competente per la parte tecnica e Lei per la parte politica a prendere le decisioni definitive, ma per favore non ci lasci davanti al fatto compiuto, perché in un regime di democrazia sarebbe estremamente colpevole.
Frattanto riaffermiamo – e con noi c’è tutto il settore tranne quelli commercialmente interessati al contrario – che la responsabilità delle dotazioni da tenere a bordo deve essere lasciata al diportista. Sarà poi, in caso di sinistri, considerata un’aggravante della colpa la mancanza a bordo delle dotazioni consigliate dall’ente pubblico, che eventualmente il diportista dichiara di conoscere con autocertificazione. Se poi sarà stato necessario un soccorso, possono essere allo stesso addebitate le spese conseguenti alla sua negligenza cui ha dovuto far fronte l’ente pubblico.
Lasciare la responsabilità delle dotazioni ai diportisti eliminerebbe di colpo anche la necessità di tutti i controlli a mare e la frenetica attività dei vari corpi di polizia che vogliono attraverso di essi testimoniare l’importanza della loro presenza sul mare.
Passiamo alla portualità. Lei ha avviato una politica che non solo ha semplificato le procedure per nuove concessioni, ma ha indirettamente sospinto molte pratiche in atto verso una rapida conclusione. Se tutto procede come al momento, in pochi anni ci saranno decine di nuove strutture e migliaia di nuovi posti barca. Finalmente. Ma è necessario andare oltre e Lei ha già manifestato attenzione al problema. Ora è necessario che il Ministero si faccia promotore assieme alle Regioni di un piano per la creazione di scivoli. Ciò perché tutti si entusiasmano parlando di porti e nessuno parla di portualità alternativa, quella perseguita ormai da vent’anni da «Nautica» e propugnata dal nostro Bechini addirittura attraverso l’organizzazione di un apposito salone nautico, il «Thalas» di Venturina.
Ciò perché dietro la realizzazione dei porti ci sono miliardi, dietro gli scivoli spiccioli. Invece noi consideriamo vitale il problema degli scivoli, ne va del futuro sviluppo della nautica in Italia. Negli Usa gli utenti della nautica carrellabile sono ben sette milioni e nel tempo costituiscono un prezioso serbatoio di acquirenti anche della nautica media e maggiore. Proprio ciò che manca in Italia, dove essendo sempre più ridotto l’accesso alla prima barca, i cantieri sono costretti a inseguire la clientela già acquisita aumentando le dimensioni delle barche, a crescere col cliente, senza acquirenti iniziali.
Già, per iniziare come, ad esempio, ha previsto la regione Lazio, andrebbe resa obbligatoria nella concessione per nuovi approdi la costruzione di uno scivolo pubblico, interno o esterno alla struttura.
Poi, d’accordo con le Regioni, che Lei potrebbe riunire e sensibilizzare, va realizzata una rete di scivoli, indicati sulla segnaletica autostradale e provinciale. L’ente pubblico potrebbe costruire gli scivoli, il cui costo è di poche decine di milioni, e darli in concessione ai privati, lasciando libero l’uso della struttura per varare e salpare le barche mentre il concessionario, in cambio della manutenzione, si può attrezzare con mezzi di movimentazione e servizi d’assistenza, di ristorazione e rimessaggio a terra a basso costo. Se ciò avvenisse i costi di gestione di una barca si abbatterebbero, la concorrenza svolgerebbe il suo ruolo calmieratore, l’attuale parco di piccole imbarcazioni si accrescerebbe rapidamente. I comuni che dovrebbero esserne i primi fautori, per consentire a tutte le fasce sociali comunali la pratica della nautica e per attirare turisti con la barca al seguito, invece si disinteressano degli scivoli.
Infine, ci consenta di tornare all’annoso problema del VHF. Sembrava tutto risolto, invece non è così. Se veramente si vuole che il diportista possa scegliere tra la gestione diretta del suo apparato e quella di una concessionaria, va ribadito con un atto formale, circolare o altro, che chi passa dalla concessionaria all’autogestione, facendo un’autodichiarazione di responsabilità, conserva intatta la validità della licenza e dell’iniziale collaudo. Al Ministero delle Comunicazioni, o almeno in parte di esso, interpretano la normativa vigente nel senso che dopo il 4.8.97 il periodo transitorio che consentiva tale procedura è terminato e che da quella data occorre chiedere una nuova licenza e un nuovo collaudo. In pratica è un deterrente a passare dall’utenza con le concessionarie all’autogestione e limita di fatto la libera scelta dell’utente. È necessario un suo nuovo intervento, perché non si può pagare due volte per la stessa cosa.
Per il momento è sufficiente. Buon lavoro. E grazie.
Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl
Indice articoli presenti in questo numero
1
Vibo Valentia Marina
rubrica: Approdi e residenze | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 282
2
Grazie, ma c’è ancora da fare
rubrica: Attualità | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 150
3
Citroen Xsara Break 1.8 Exclusive: Piccola grande wagon
rubrica: Autonautica | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 292
4
Charter al femminile
rubrica: Broker & Charter | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 411
5
I catamarani Jeantot ai Caraibi
rubrica: Broker & Charter | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 414
6
Maria Bonaria
rubrica: Broker & Charter | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 414
7
Nel mare blu
rubrica: Broker & Charter | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 412
8
Il radar che progredisce: A fari spenti nella notte
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 216
9
Le manovre speciali: Oltre la virata
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 208
10
Riflettori radar passivi e attivi: Gira il radar gira
rubrica: Didattica e tecnica | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 216
11
Dalla Spezia a Dar Es Salam
rubrica: Esperienze di bordo | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 322
12
Grazie
rubrica: Esperienze di bordo | annata: 1998 | numero: 439 | pagina: 324