Sommario

  • La borsa: le imbarcazioni aperte e i motori fuoribordo
  • È in edicola l’edizione aggiornata al ’98 di “Pagine Azzurre”, il portolano dei mari italiani con tutte le informazioni sui porti d’Italia, Costa Azzurra e Corsica
  • Visita al Vela Show, il nuovo salone svoltosi a Viareggio interamente dedicato alla vela
  • Navigando tra le norme: le patenti e tutte le risposte alla domanda “si può acquistare una barca battente bandiera della comunità europea?”
  • Motori fuoribordo che richiedono la patente ma che non superano i limiti di potenza e cilindrata per i quali si possono versare tasse di stazionamento solo per il periodo di uso.
  • L’impianto elettrico a bordo/2
  • Confronto tra 11 battelli pneumatici semirigidi: tutte le loro caratteristiche e prestazioni
  • Tutti i controlli da fare sulla barca prima della crociera estiva
  • Nautica ha provato in mare per voi, scoprendone pregi e difetti, le seguenti barche: Guy Couach 170 Fly, Astilleros Menorquin 75, Sea Ray 400 Sundancer, Silverton 310 Express, Albemarle 285, Intermare 800 Open, Master Craft Pro Star 205, Sea Doo Speedster 1600
  • Le “passerelle”, barche tradizionalmente legate al rito della pesca al pesce spada
  • Due servizi sulle foci del fiume San Lorenzo, in Canada: l’osservazione delle balene e la navigazione a vela
  • Sport: il Trofeo Accademia Navale di Livorno, Piccola Coppa America, gli aggiornamenti sulla Whitbread, Pasquavela, le prossime gare di motonautica.
  • Nella rubrica del charter tutto sul noleggio di una barca in Turchia.

Editoriale

Mentre il ministro Burlando avvia altre iniziative per la nautica

ATTENTI ALL’EUROPA

Pubblichiamo alcune considerazioni del nostro collaboratore Alfredo Gennaro sul Final Draft della Direttiva Europea 94/25.

Ci sono per essa delle interpretazioni a dir poco assurde, che rischiano di aprire la porta al potere di una burocrazia europea peggiore di quelle nazionali.

«Nautica» lancia il suo monito a chi di dovere affinché sia evitato che queste, che al momento sono ancora interpretazioni e proposte, diventino poi norme che comporteranno, come potete leggere a parte, grossi problemi per l’utenza.

Fortunatamente abbiamo di contro la notizia che verranno rivisti i limiti di navigazione introdotti con il decreto legislativo 436/96.

La proposta di modifica lanciata da «Nautica» sembra abbia dato buoni frutti, tanto da produrre un disegno di legge di iniziativa del Ministro Burlando, che dovrebbe comportare, una volta approvato, addirittura l’abolizione dei limiti stessi, lasciando, come sosteniamo da sempre, allo skipper la responsabilità della navigazione. È evidente che il disegno di legge non riguarderà solo questo argomento, ma ne comprenderà altri tra quelli che vi esponiamo a seguire. Gli uffici del ministero hanno lavorato febbrilmente in questi giorni per metterlo a punto, ma al momento in cui scriviamo non è disponibile ancora un testo definitivo. Quindi, ci limiteremo a citare i provvedimenti che il ministro vorrebbe avviare per il ’98 sia con il disegno di legge sia con altre iniziative in accordo con altri ministeri, riservandoci di entrare nei dettagli successivamente. Burlando vuole introdurre sul canale n. 68, in banda VHF isofrequenza, un bollettino meteorologico H24. Si dovrebbe così tradurre in realtà una battaglia portata avanti negli anni scorsi da «Nautica» e fermatasi perché non c’erano allora i fondi per pagare la Telecom per questo servizio. Dodici impianti entro luglio copriranno la zona dell’alto Tirreno, la Sardegna e l’alto Adriatico, dopo questa fase sperimentale saranno, completate entro ottobre, la copertura dell’Adriatico e, entro dicembre, la rete nazionale. Dal 15 luglio al 15 settembre le emissioni di lettura dei messaggi meteo sugli attuali canali duplex verranno aumentate da 4 a 7.

Per migliorare le notizie meteorologiche verranno installate sugli edifici dell’Autorità Marittima e, probabilmente sulle navi della flotta pubblica, le famose stazioni per la trasmissione dei dati in automatico che già alcuni anni or sono Italv e «Nautica» avevano individuato come unica possibilità per realizzare bollettini meteo con informazioni specifiche per la nautica. Invece è ancora giacente al Senato il disegno di legge che dovrebbe rendere operativo il servizio Navtex, più volte illustrato su «Nautica». L’Italia è l’unico Paese europeo a non avere attivato tale servizio, anche se il Ministero degli Esteri ha già stanziato appositi fondi. Una volta approvato dalle Camere potrebbe essere funzionante nel giro di due mesi.

Per il VHF argomenti all’esame sono: l’abolizione della tassa di rilascio della licenza di lire 10.000 nell’uso ai soli fini della sicurezza; confermare la validità delle certificazioni nel passaggio di proprietà delle unità da diporto. Noi aggiungiamo che si dovrà provvedere anche al mantenimento dell’autocertificazione per la validità delle certificazioni nel passaggio della gestione delle concessionarie per l’uso ai soli fini della sicurezza.

Per la patente, il Ministro punta all’abolizione del bollo e a intervenire sui programmi per eliminare i «cenni di navigazione astronomica» e i «cenni sulla misurazione deli astri con l’uso del sestante».

Burlando pensa anche al leasing, da introdurre in Italia su modello francese, su ciò sollecitato anche dall’On. Cutrufo che sta sensibilizzando tutti i parlamentari dell’associazione «Amici del mare e della nautica», di cui è vice presidente, per ottenere una adesione politica trasversale al provvedimento.

Sarà rivista anche la normativa sul charter. C’è l’intenzione di riconoscere alle società di noleggio e locazione e alle imprese di intermediazione del settore, la qualifica a tutti gli effetti di «impresa turistica», con creazione di appositi albi. È allo studio anche l’abolizione dell’iscrizione nel ruolo dei mediatori marittimi sia per le aziende suddette sia per quante svolgono attività di mediazione nei contratti di costruzione e compravendita, contrariamente a quanto stabilito dalla legge n. 12.3.68, n. 478.

Per la tassa di stazionamento si sta studiando di estendere a certi natanti la riduzione per vetustà.

Infine, si parla anche di abolizione delle sigle alfanumeriche di identificazione per tutte le imbarcazioni da diporto.

Per seguiro lo sviluppo della portualità turistica il Ministro vuole creare un osservatorio di monitoraggio sulla corretta applicazione del regolamento sulle concessioni recentemente in vigore.

Come già abbiamo annunciato su «Nautica», entro l’anno sarà emanato anche il nuovo regolamento di sicurezza.

Insomma, Burlando, nonostante le difficoltà del suo dicastero su altre problematiche, sta coerentemente e concretamente portando avanti la sua politica di sviluppo per la nautica.

L’EUROPA IN BARCA: UNA DIRETTIVA DITTATORIALE?

Abbiamo più volte chiarito che lo scopo, peraltro dichiarato e trasparente, di una Direttiva Europea è quello di eliminare barriere tecniche, cioè di impedire che uno dei Paesi membri stabilisca regole restrittive solo per impedire l’importazione; ed abbiamo più volte precisato che i limiti stabiliti devono essere, allo stesso tempo, tanto larghi da non creare inutili costi o adempimenti (che penalizzerebbero il prodotto europeo negli altri mercati), e tanto stretti da consentire una sufficiente ed efficace protezione dell’utenza, nonché dell’ambiente.

È con questo spirito che abbiamo letto molto attentamente il Final Draft della Direttiva 94/25, recentemente diffuso: ci siamo invece trovati di fronte, oltre che ad un tessuto sempre più complesso di norme tecniche che vanno molto al di là del significato e degli scopi della Direttiva stessa, ad una serie di commenti di estrema pericolosità, che definiamo dittatoriali perché:

  1. sconfinano nel diritto privato del singolo cittadino e rischiano di togliergli o di limitare le sue libertà;
  2. metterebbero in moto meccanismi burocratici di controllo, di adeguamento e di repressione ipotizzabili ed applicabili solo in sistemi totalitari;
  3. introducono un concetto autarchico della Comunità, costruendo attorno ad essa un muro protezionistico più pesante di quelli non da molto, ed a ragione, abbattuti;
  4. privilegiano la «razza eletta» delle barche con marchio CE, unica «meritevole» di esistenza e di sopravvivenza all’interno della Comunità.

Immaginate di tornare a casa vostra, in Europa, da un lungo viaggio, e di vedervi confiscare le scarpe che avete ai piedi comprate in America, i giocattoli per vostro figlio acquistati a Taiwan, la telecamera che vi hanno cambiato in Giappone perché la vostra era difettosa, le valige di pelle che un amico vi ha regalato in Australia. Motivo? Non sono conformi alle rispettive Direttive Comunitarie! E se magari è entrata in vigore, mentre eravate in viaggio, una Direttiva sugli occhiali da vista, vi vedrete confiscare anche quelli che avevate quando siete partiti. È un’allucinazione, pensereste, un orribile incubo: invece è il futuro che ci si prospetta se accettiamo il commento alla Direttiva 94/25, che considera «importatore» e soggetto come tale alla Direttiva, alla stessa stregua di un operatore che deve dotare i propri scafi di omologazione CE, il privato cittadino che acquista dopo il 16 giugno una barca fuori della Comunità e, nuova o usata che sia, decide di portarsela a casa; oppure, addirittura, che riporta in patria una barca, già posseduta e magari immatricolata in Italia, che aveva per sue ragioni deciso di trasferire fuori dalla Comunità e di usare temporaneamente all’estero. Ad esempio, andando con la vostra barca non marcata CE in Tunisia o in un altro paese del Mediterraneo non appartenente all’Unione Europea, al momento di rientrare in Italia la vostra imbarcazione sarà considerata in importazione dall’esterno della comunità e, quindi, soggetta a tutte le pratiche tecniche e doganali da ciò conseguenti.

A parte l’evidente contrasto con le dichiarazioni di premessa che hanno portato alla stesura della Direttiva, destinata a coinvolgere solo i produttori o gli importatori (in ogni caso operatori, tanto è vero che è la Direzione Industria ad occuparsi della Direttiva), ci spaventa la follia didattoriale dei funzionari che possono decidere un’interpretazione del genere.

A questo punto vogliamo sapere, come privati cittadini, e come giornalisti per informarne i lettori, chi ha deciso l’interpretazione contenuta nella stesura finale, con che poteri e quale mandato: se è stata una decisione della Commissione vogliamo sapere chi l’ha proposta e chi componeva la maggioranza che l’ha approvata; se invece è stata la decisione di un singolo funzionario, qualunque sia il suo livello, vogliamo saperne nome e cognome, quale sia la sua responsabilità a livello Comunitario, quale sia il mandato che gli consente un’interpretazione e chi glielo abbia conferito. Soprattutto perché vogliamo evitare che l’Europa dell’Euro, nella quale da poco ed a fatica siamo entrati, diventi una riserva di burocrati: perché solo a burocrati può venire l’idea di limitare libertà individuali attraverso un «commento», che si tenta di far passare come ufficiale, attribuendolo ad una direttiva destinata solo ai costruttori o agli importatori e tesa a rendere possibile la libertà per il diportista di fare tutto quello che crede purchè «non rechi danno o pericolo alla sicurezza ed alla salute delle persone, alla proprietà, all’ambiente».

Vi parleremo più estesamente dell’argomento: il pericolo che deve essere subito sventato è che i commenti alla Direttiva passino sotto silenzio o, peggio, vengano accettati passivamente. Perché in questo ultimo caso il futuro europeo del diporto nautico presenterebbe una prospettiva allucinante di cui tentiamo solo di delineare le ragioni:

  • la limitazione di fondamentali libertà individuali;
  • la pesantezza e la macchinosità degli adempimenti e dei controlli;
  • la confusione, la diffidenza ed il disinteresse che gil eccessi burocratici di una normativa complicata generano nell’utenza e negli operatori;
  • la possibilità che il disinteresse e lo scoramento consentano anche in Europa l’accrescersi di un potere burocratico non trasparente che prende autoritariamente decisioni vessatorie, inutilmente o surrettiziamente cavillose.

Non vogliamo, in altre parole, che l’economia europea in generale, e quella nautica in particolare, venga silurata da sommergibili «dittatoriali» solo perché non accetta di battere la loro bandiera.

Alfredo Gennaro

Questo testo, se non si riferisce al numero di Nautica correntemente in edicola, viene pubblicato esclusivamente a fini storici e le opinioni espresse potrebbero non coincidere più con quelle della Direzione e/o della Redazione di Nautica Editrice Srl

Indice articoli presenti in questo numero

1
Il parco e il porto per uno sviluppo sostenibile: Ponza domani
rubrica: Approdi e residenze | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 182

2
Final Draft della Direttiva Europea 94/25: Attenti all’Europa
rubrica: Attualità | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 86

3
L’Europa in barca: una direttiva dittatoriale?
rubrica: Attualità | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 86

4
Master Renault da 3,5 t, interessante per la nautica carrellabile
rubrica: Autonautica | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 198

5
Renault Grand Espace 2.2 DT: Nata per viaggiare
rubrica: Autonautica | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 198

6
Barche aperte a motore e motori fuoribordo
rubrica: Borsa nautica | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 243

7
Catamarani
rubrica: Broker & Charter | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 263

8
Charter a vela: Giramare in Sardegna
rubrica: Broker & Charter | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 266

9
Charter in Turchia: Esotico Mediterraneo
rubrica: Broker & Charter | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 264

10
Forzatre: Turchia nel lusso
rubrica: Broker & Charter | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 267

11
L’usato a Porto Lotti: 2a edizione, 2° successo
rubrica: Broker & Charter | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 268

12
Nautica Club: Charter in Croazia
rubrica: Broker & Charter | annata: 1998 | numero: 434 | pagina: 266

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